Computer Vision per le Infrastrutture: Vantaggi e Applicazioni Pratiche

Data science: gli approfondimenti

Computer Vision per le Infrastrutture: Vantaggi e Applicazioni Pratiche

Gabriele Galatolo Kode

Oggi affrontiamo una tecnologia di cui molto si parla e di cui spesso vengono fraintese le capacità e sottostimate le possibili applicazioni: la Computer Vision. Nel nostro mondo sembra ancora poco utilizzata, ma in realtà la computer vision per le infrastrutture ha non solo un grande potenziale, ma anche applicazioni concrete che già oggi portano un grande valore aggiunto. Ne parliamo con Gabriele Galatolo, CTO di Kode, società che offre soluzioni di Intelligenza Artificiale, e partecipata da EBWorld.

Ciao Gabriele, come primo punto, cosa si intende quando si parla di Computer Vision?

Come prima cosa partiamo da un punto di vista tecnico: la computer vision è una branca dell’informatica e della statistica, che sfrutta modelli e algoritmi che analizzano immagini (siano esse foto o frame di video) per analizzare e/o ottenere informazioni dal dato visivo. La Computer Vision può essere applicata per due obiettivi differenti: supportare e sviluppare compiti di l’Intelligenza Artificiale, dall’altra supportare l’elaborazione delle immagini.

La Computer Vision ha le sue radici nell’Image Processing dove processi matematici (kernel, filtri, convoluzioni) trasformano l’immagine di partenza in un’immagine elaborata secondo le esigenze del compito specifico. Si tratta di tutte quelle tecniche complesse, ma deterministiche, che già utilizziamo quotidianamente – si pensi ai filtri Instagram – che utilizzano appunto processi matematici o statistici per produrre l’output desiderato. Sempre per parlare del caso Instagram, applicare filtri che modificano la tonalità e la struttura dell’informazione presente nell’immagine originale per ottenere un’immagine differente.

Per essere più specifici, prendiamo ad esempio un’operazione che facciamo frequentemente: il ridimensionamento di un’immagine. Nel caso di un ingrandimento aumentando la grandezza dell’immagine si aumentano di conseguenza il numero dei pixel che compongono l’immagine: essendo l’immagine finale più grande, e con più pixel, il problema sta nel fatto che i pixel aggiuntivi non hanno di base un colore assegnato e bisogna capire come “colorarli” sfruttando l’informazione di colore dei pixel vicini, dell’immagine di partenza, per riempire questi “buchi”.

Per affrontare questo problema si utilizzano normalmente metodi di interpolazione matematica, con cui, a partire dai punti disponibili si genera il colore dei nuovi pixel in base a quelli esistenti (informazione nota) nell’intorno dell’informazione mancante. La specifica equazione elabora le informazioni note per determinare l’informazione mancante, in modo deterministico. Quando questa operazione è guidata da un essere umano, l’immagine finale risulterà più o meno sgranata in base al metodo di interpolazione prescelto, e molto sta alla sensibilità dell’operatore e dalla selezione del metodo e dei parametri che l’operatore sceglie. Lo stesso processo, svolto da un algoritmo di Computer Vision, elabora l’informazione dopo aver passato una prima fase di training di molte immagini, apprendendo i pattern più comuni per generare un pixel mancante in base all’intorno noto, applicando quindi un metodo più statistico e basato su una qualche ‘esperienza’ sviluppata in fase di apprendimento. L’operatore così, anziché occuparsi dell’operazione su ogni singola immagine, gestirà il modello affinché apprenda quali filtri applicare.

L’attuale potenza di calcolo dei computer permette – in tempi ragionevoli – l’applicazione di tecniche e modelli basati su reti neurali per l’automazione di task complessi, propri della visione umana (nella relazione occhio-cervello), permettendo il salto da Image Processing all Computer Vision. Parliamo ad esempio di riconoscimento di immagini (classificazione) o identificazione di elementi all’interno di un’immagine (image detection), ma anche del tracciamento di uno specifico elemento in un video o anche della generazione di nuove immagini così realistiche da sembrare fotografie.

Tutte queste applicazioni della Computer Vision sono affascinanti, puoi spiegarci quali le ricadute concrete nel quotidiano? La guida autonoma è una di queste?

Quando si parla di computer vision la guida autonoma è subito la prima idea che balza in mente, come se fosse un brillante futuro che concretizzerà l’utilità di questa tecnologia – fino a qui branca di ricerca scientifica di cui utilizziamo solo tecniche e tecnologie derivate.

È come la ricerca spaziale, che tutti pensano sia orientata esclusivamente ai viaggi verso altri pianeti. Al contrario la ricerca che sta alla base dei viaggi spaziali ha dato vita a nuove tecnologie e conoscenze con ricadute e applicazioni reali enormi. Allo stesso modo la guida autonoma è una cosa molto complicata, ma sognarla sostiene la ricerca, generando applicazioni che già utilizziamo nella quotidianità, come il controllo degli accessi in ZTL, i contapersone con le telecamere di sorveglianza, le casse ai self-service dove basta inquadrare il vassoio per avere il conto, o il controllo qualità in ambito industriale, che è uno degli ambiti su cui, in Kode, abbiamo lavorato molto.

ztl computer vision

Ci sono moltissimi campi di applicazione che quasi non ci accorgiamo della loro presenza già nelle nostre vite: ci siamo dentro, non è più un passaggio, e questa cosa succede perché il grande vantaggio dei modelli di Computer Vision, come di tutto il Machine Learning sta nell’automazione che riduce drasticamente quella parte di errore umano non legato alla competenza, ma al fatto di essere umani: come la distrazione in primis, ma anche semplicemente la necessità di raggiungere o lavorare in luoghi impervi e contesto critici, e.g ambienti contaminati o tubazioni sotterranee. In questo senso la computer vision per le infrastrutture, in cui parliamo di contesti di grandi dimensioni con caratteristiche molto varie, può svolgere un ruolo chiave per la loro gestione.

Ci puoi fare qualche esempio di applicazione della Computer Vision per le Infrastrutture?
autostrade

La Computer Vision per le infrastrutture ha grandi potenzialità: partendo dalla semplice rete stradale, (e autostradale, in particolare), per arrivare alle infrastrutture idriche o le reti elettriche o per la connettività (telefonica e non solo). Il controllo e la gestione di queste reti è un lavoro oneroso, in termini di tempo e di risorse, che potrebbe trarre grande vantaggio dall’impiego di tecnologie AI-based. 

Basta pensare a quei casi in cui un punto chiave dell’infrastruttura risiede in zone remote o di difficile accesso, in cui un sistema di controllo e alerting da remoto, ottimizzerebbe sicuramente il lavoro delle squadre.

Resta, però, un tema legato ai costi, che frena nell’applicazione massiva della Computer Vision per le infrastrutture. Parlare di immagini, significa infatti parlare di procedure e dispositivi, e nel caso di reti infrastrutturali (di per sè molto estese), bisogna pensare ad un grande numero di installazioni. Il monitoraggio dello stato di degrado di un intero sistema, ad esempio, sia esso idrico, elettrico, telefonico o altro, richiede una rete molto fitta di immagini.

A tal proposito citavo le autostrade come caso emblematico opposto per il livello di automazione estrema che si può raggiungere grazie ad una importante presenza di telecamere sull’intero reticolo autostradale. Con una struttura del genere non solo si può automatizzare il pedaggio (con il riconoscimento della targa al casello in ingresso e uscita), ma si può persino tracciare l’intero percorso di un’auto, e così controllare gli eventuali errori del sistema. 

Perché, è importante ribadirlo: essendo le tecnologie AI legate a doppio filo alla statistica, gli errori succedono ed è importante essere consapevoli che possano accadere e come affrontarli. A volte si verificano casi particolari (in cui, ad esempio, la vista della telecamera è in qualche modo impedita- questo ci tengo a sottolinearlo: ciò che l’occhio umano non può vedere, neppure l’AI può farlo).

Altre volte l’errore è dovuto al semplice fatto che essendo queste tecnologie basate sulla statistica, difficilmente o in casi molto particolari raggiungiamo quote vicine all 100% di accuratezza, in termini di risposte e risultati prodotti, del sistema. In quel caso parleremmo saremmo di fronte ad automazione pura.

Operazioni in campo Geo4B Mobile

Queste considerazioni non devono portarci a ritenere la Computer Vision una tecnologia troppo complessa o costosa per prenderla in considerazione, tanto che anche nel settore delle infrastrutture le applicazioni sono varie. Persino nell’ambito del monitoraggio è sufficiente identificare l’esigenza concreta che può riguardare ad esempio, anziché l’intera rete, solo i suoi punti nevralgici. Oppure il monitoraggio per la manutenzione può non essere necessario che sia a ciclo continuo, ma periodico, quindi è sufficiente, ad esempio se parliamo di strade, una telecamera installata su un’auto che registra il percorso di interesse. Sono tante le soluzioni e tante le aree di applicazione.

Con l’ingresso di EBWorld nel capitale di Kode, stiamo affrontando diversi tavoli di lavoro in cui abbiamo iniziato a riflettere sulle applicazioni possibili dell’Intelligenza Artificiale e della Computer Vision in particolare, sia nel mondo delle infrastrutture, per quel che riguarda tutta la parte dei servizi a supporto della progettazione di reti, ma anche in maniera più ampia al GIS – al dato geografico – in cui la computer vision può basarsi sull’analisi di immagini di altro genere, come ad esempio quelle satellitari. Con questa fonte di informazione, la Computer Vision è in grado di confrontare la stessa area in due epoche diverse o confrontare lo stato dell’ultima immagine satellitare con le informazioni presenti in un database (finanche quelli catastali).

C’è un mondo, e noi siamo pronti a scoprire e contribuire a sviluppare soluzioni che consentano di godere dei vantaggi che la Computer Vision può portare alla gestione delle infrastrutture.

Vuoi approfondire il tema?

Kode è una società di sviluppo software specializzata nella creazione di soluzioni tailor-made che, mediante tecniche di Intelligenza Artificiale e partendo dai dati, rispondono alle esigenze dei propri clienti. Dal 2012 i nostri prodotti e soluzioni accompagnano aziende di vari settori (logistica, industria, chimica, utility, sport) nella trasformazione digitale, efficientando il loro business.

Read More
ebword Gennaio 24, 2025

Smart city e sostenibilità con l’approccio Geo Digital Twin

L'approccio Geo Digital Twin

Smart city e sostenibilità

Le smart city sono fondamentali per affrontare le sfide sempre più complesse legate alla crescita demografica, all’urbanizzazione e alla sostenibilità ambientale. Infatti, le città intelligenti rappresentano un nuovo paradigma di sviluppo urbano che mira a utilizzare l’integrazione e l’utilizzo consapevole di tecnologie per migliorare la qualità della vita dei cittadini realizzando comunità più connesse, sicure e sostenibili.

Un approccio innovativo per raggiungere questi risultati è il Geo Digital Twin, che consente l’aggregazione di basi dati eterogenee (GIS, 3D, catastali, provenienti da ERP, da sensori IoT ecc..) per realizzare gemelli digitali delle città migliorando la progettazione delle infrastrutture e l’efficienza dei servizi. Infatti con il Geo Digital Twin, le città possono creare una replica digitale del loro ambiente fisico, consentendo di prendere decisioni informate per migliorare la gestione di asset e infrastrutture ottimizzando lo sviluppo di comunità sostenibili.

Il Geo Digital Twin per Smart City sostenibili

Il Geo Digital Twin è una rappresentazione digitale di un asset fisico che integra dati geospaziali e informazioni provenienti da varie fonti. Questo approccio consente una comprensione completa e dettagliata dell’ambiente e del territorio, facilitando la pianificazione e l’ottimizzazione delle risorse.

Nella realizzazione di Smart City sostenibili, questa metodologia trova applicazione nella gestione delle infrastrutture, nel monitoraggio ambientale e nella mobilità urbana. Ad esempio, un modello digitale georeferenziato può essere utilizzato per ottimizzare il flusso del traffico, riducendo i tempi di percorrenza e le emissioni di CO2.

Geo Digital Twin: caratteristiche e tecnologie principali

Una caratteristica principale del sistema è la componente integrativa rivolta sia ai dati provenienti da fonti eterogenee sia a sistemi diversi (IT e OT) integrati tra loro. Sensori di smart metering, telecamere di sorveglianza, reti di sensori ambientali ma anche database catastali e aziendali, forniscono basi dati che vengono elaborate e interpretate utilizzando per creare una replica digitale e sostenibile della città.

Tra le principali tecnologie e componenti integrate in un Geo Digital Twin risultano:

  • Internet of Things (IoT): i sensori di una Smart City rilevano una vasta gamma di dati in tempo reale, come il livello di traffico, la qualità dell’aria, la presenza di inquinamento, la temperatura e l’umidità. 
  • Immagini Satellitari e Aeree: le immagini ad alta risoluzione provenienti da satelliti o droni forniscono una vista panoramica dell’area urbana, consentendo la mappatura dettagliata delle strutture, dei terreni e delle infrastrutture.
  • Dati geospaziali: I dati geospaziali provenienti dai Sistemi Informativi Geografici o GIS contengono informazioni georeferenziate sulla topografia, sull’uso del suolo, sulle reti di trasporto e sulle infrastrutture urbane.
  • Dati LiDAR: il rilievo LiDAR consiste nell’utilizzo di un impulso laser che consente la generazione di una point cloud tridimensionale di una porzione di territorio. E’ utile per facilitare i processi di progettazione, manutenzione e gestione di reti e infrastrutture. 
  • Database Catastali: accedendo alla documentazione catastale (visure, atti di proprietà, perizie etc..) che fa riferimento a un asset fisico è possibile prendere decisioni maggiormente informate ottimizzando la gestione delle risorse. 
  • Machine Learning e AI: Le potenti risorse di calcolo offerte dall’Edge computing consentono di elaborare e analizzare grandi quantità di dati in tempo reale, supportando la generazione di modelli predittivi e la simulazione di eventi. 
Come funziona l’integrazione dei dati in un Geo Digital Twin

Una delle sfide del Geo Digital Twin è l’integrazione di diverse fonti di dati eterogenei che, come si è visto, è fondamentale per il funzionamento di una Smart City. Infatti, una corretta gestione delle informazioni garantisce affidabilità nei processi di monitoraggio e ottimizzazione dell’efficienza di infrastrutture e servizi.

Il processo di gestione dei dati vede diverse fasi:

  1. Acquisizione dei Dati: il processo inizia con l’acquisizione dei dati da varie fonti (IoT, LiDAR, satellite, ERP, registri amministrativi etc..). Successivamente, i dati sono inviati a piattaforme centrali per l’elaborazione.
  2. Normalizzazione dei Dati: I dati raccolti possono essere in formati diversi. Per renderli compatibili e facilmente integrabili, può essere necessario convertirli in un formato standard, assegnare un’unità di misura comune oppure risolvere eventuali incongruenze o incompatibilità. 
  3. Correlazione dei Dati: I dati vengono correlati e integrati per creare una visione coerente e di ampio respiro. Il processo coinvolge l’identificazione delle relazioni e delle interconnessioni tra i diversi dataset. Ad esempio, i dati sul traffico stradale possono essere correlati con i rilievi sulla qualità dell’aria per valutare l’impatto di eventuali ingorghi sul livello di inquinamento atmosferico in una data area. 
  4. Analisi dei Dati: con un’analisi del dato si possono identificare tendenze, modelli e anomalie significative, anche grazie ad algoritmi di machine learning per generare previsioni e raccomandazioni. Ad esempio, un’applicazione mobile potrebbe utilizzare dati in tempo reale sul traffico per suggerire ai conducenti percorsi alternativi meno congestionati o orari di partenza ottimali per evitare i picchi di traffico.
  5. Aggiornamento in Tempo Reale: Le soluzioni di Geo Digital Twin devono essere in grado di gestire grandi volumi di dati in modo scalabile e di adattarsi rapidamente ai cambiamenti garantendo precisione e attendibilità.
Caratteristiche e vantaggi di una Smart City sostenibile

Le Smart City utilizzano tecnologie innovative per migliorare la qualità della vita dei cittadini ottimizzando l’uso delle risorse e riducendo l’impatto ambientale. In particolare, le smart city si basano su tre concetti fondamentali:

  • Connettività: la connettività, diffusa e capillare sia nelle abitazioni private che nelle aree pubbliche, consente di raccogliere e scambiare dati in tempo reale migliorando la gestione della città.
  • Innovazione: le smart city si basano sull’innovazione tecnologica per migliorare i servizi pubblici e la qualità della vita dei cittadini. Ad esempio, utilizzando telecamere di sorveglianza intelligenti e sistemi di analisi dei dati è possibile migliorare la sicurezza pubblica.
  • Sostenibilità: le smart city si impegnano a ridurre l’impatto ambientale, migliorando l’efficienza energetica e la gestione delle risorse. Esempi di tecnologie utilizzate sono i sistemi di Smart Mobility (car e bike sharing), sistemi di tracciabilità e raccolta intelligente dei rifiuti e sistemi di smart metering per migliorare l’efficienza energetica.
Vista panoramica su una Smart City

Le smart city offrono una serie di benefici per i cittadini, le imprese e l’ambiente. In particolare, le smart city possono:

  • Migliorare la qualità della vita dei cittadini: le smart city possono offrire servizi pubblici più efficienti e convenienti, come trasporti pubblici migliori, raccolta dei rifiuti più efficiente e sistemi di sicurezza pubblica più efficaci.
  • Ridurre i costi pubblici: le smart city possono aiutare le amministrazioni pubbliche a ridurre i costi, migliorando l’efficienza dei servizi pubblici.
  • Creare nuove opportunità economiche: le smart city possono attirare investimenti e creare nuove opportunità di lavoro, grazie alle nuove tecnologie e ai nuovi servizi offerti.
  • Ridurre l’impatto ambientale: le smart city possono aiutare a ridurre l’inquinamento e le emissioni di gas serra, migliorando l’efficienza energetica e delle risorse.
EBWorld per le Smart City

La vision di EBWorld è di contribuire ad una società più connessa, sicura e sostenibile attraverso un approccio data supported – abilitante per scenari innovativi quali smart city – che vede le mappe geografiche e il digitale come strumenti a supporto di analisi e presentazioni di dati complessi.

40Anniversary_declinazioni_web_smat city e sostenibilità

 EBWorld realizza, infatti, applicazioni software GIS – ovvero Sistemi Informativi Territoriali –  fruibili da mobile, app, web o desktop che, utilizzando le mappe geografiche come “sfondo”, consentono di implementare strumenti a supporto della decisione in processi operativi anche complessi.

I mercati in cui opera EBWorld sono quelli delle Utility, operatori di Telecomunicazioni, Pubbliche Amministrazioni e Pubblica Sicurezza (118 e 112), ovvero settori che impattano fortemente sulla vita dei cittadini e di conseguenza maggiormente coinvolti nella progettazione e implementazione delle Città Intelligenti o Smart City.

EBWorld abilita la realizzazione di gemelli digitali georeferenziati (Geo Digital Twin) che consentono di progettare, controllare e migliorare il territorio e la progettazione dei servizi su di esso distribuiti, rendendo le città più efficienti e sostenibili per tutti i cittadini.

Le soluzioni di EBWorld infatti contribuiscono in maniera attiva a 2 dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030, nello specifico: 

  • Obiettivo 9: costruire un’infrastruttura resiliente, promuovere l’industrializzazione inclusiva e sostenibile e sostenere l’innovazione.
  • Obiettivo 11: rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili.
Obiettivo_9_Agenda_2030_Sostenibilità_Smart_city_infrastrutture
Obiettivo_11_Agenda_2030_Sostenibilità_Smart_city_comunità

Read More
ebword Marzo 1, 2024